The best interests of the child

THE BEST INTERESTS OF THE CHILD 

Il superiore interesse del bambino rappresenta il principio di tutta la normativa a tutela dei bambini, a garanzia che in tutte le decisioni che lo riguardano, il giudice dovrebbe tenere in considerazione il superiore interesse del minore

Partendo dal presupposto che la legge, già di per sè, dovrebbe essere a favore dei minori per tutelarli e per garantire loro un futuro quanto più sereno possibile, ora vi racconto come questo principio abbia solo sfiorato la vita di Miele.

In presenza di un bambino abbandonato e non reclamato o riconosciuto nei tempi previsti dalla legge, il tribunale decide lo stato di adottabilità e, nel suo interesse, individua una famiglia che possa accoglierlo. Si accerta poi, che stia bene e che venga amato e accudito come si conviene, attraverso le visite degli assistenti sociali. In questo modo, i diritti di ogni bambino/a ad avere un nome, una famiglia, le cure necessarie, il diritto al gioco, ad essere nutrito ecc… (in ordine sparso dalla Convenzione sui diritti dei bambini) vengono rispettati. E per il minore è un bene. Il maggior interesse è applicato.

Quando lo stato di adottabilità viene improvvisamente revocato, nonostante l’art.  21 L.184/ 1983 blindi la sua adozione, il maggior interesse decade.

Quando il bambino sa di chiamarsi Mario Rossi ed improvvisamente, contravvenendo all’art. 11 L. 184/1983  diventa Mario Verdi, il suo diritto al nome e all’identità viene ignorato.

Quando, senza che nessuno abbia mai chiesto di lui, si decide che deve essere “ricollocato” presso la sua famiglia biologica (il termine usato non è a caso), perché la madre ha cambiato idea, si sta facendo il maggior interesse dell’adulto. Non quello del minore.

Quando, il giudice decreta che per ambientarsi e conoscere la donna che lo ha messo al mondo, avrà degli incontri in uno “spazio neutro” ma questo spazio viene individuato in un comune a due passi da casa della madre a oltre 900 km (forse di più, ho fatto una stima) dal domicilio del minore, il maggior interesse è quello dell’adulto. Non del bambino. 

Quando il giudice, sempre illustrissimo, decide che per prepararsi al grande incontro della sua vita e salutare la propria famiglia (l’unica che conosce), bastano “al massimo tre mesi”, oltre a mandare a farsi benedire tutti i miei studi sul legame di attaccamento, non si è pensato all’interesse del minore, ma ad un altro interesse, quale ancora non è dato sapere.

Quando, un bambino di tre anni, per un incontro protetto deve prendere la macchina, il treno, l’aereo, poi di nuovo la macchina, poi incontrare quella sconosciuta che dicono sia la madre e poi ritornare in macchina, aereo, treno, macchina, casa, scombussolando la sua giornata, le sue routine, non è forse il maggior interesse dell’adulto?

Possiamo affermare quindi che il Tribunale dei Minori, in questo preciso momento storico, per motivi a noi del tutto sconosciuti, stia procacciando The best interests of adult seguendo la sua personale interpretazione della legge? A voi le deduzioni.

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